LE TERRE ALTE DI MARGHERITA DI SAVOIA

Margherita di Savoia

Margherita di Savoia (post 1272 - 1349) è figlia del conte Amedeo V detto Il Grande (1252 circa - 1323) e di Sibilla di Bâgé.
Dei suoi anni giovanili i documenti sembrano tacere sino alla fine del secolo, quando essa si affaccia alla vita pubblica. Nel 1295, benché promessa in sposa sin dal 1293 a Giovanni (figlio del delfino Umberto), Margherita si impegna a contrarre matrimonio con Giovanni I, marchese di Monferrato, compiendo un voltafaccia dettato da motivi politici.
Il 6 gennaio 1296 Amedeo V emancipa le figlie Margherita e Agnese e lo stesso giorno Margherita rinuncia ai suoi beni in favore del fratello Edoardo, mentre, contestualmente, continuano i negoziati per giungere al matrimonio con Giovanni I di Monferrato, negoziati a cui partecipano attori importanti quali il vescovo di Vercelli e il marchese di Saluzzo. Avuta la dispensa papale, il contratto matrimoniale è firmato il 23 marzo 1296: il marchese riceve per la dote di Margherita 20.000 libbre astensi assicurate sui redditi dei castelli di Rivoli, Avigliana e valle di Susa, ma dà a Margherita una controdote di 10.000 libbre astensi assicurate sui castelli e sulle terre di Caselle, Cirié e Lanzo. Il matrimonio si celebra a Rivoli il 10 giugno 1296. È in tal modo che Caselle, Cirié e Lanzo diventano feudo dei Savoia.


Margherita e le castellanie di Caselle, Cirié e Lanzo

Il 5 aprile 1300 gli uomini di Caselle, Cirié e Lanzo giurano fedeltà a Margherita. Nel gennaio 1305 Giovanni I di Monferrato muore improvvisamente a Chivasso senza eredi, indicando nel testamento la possibilità di dare il trono a Manfredo IV, marchese di Saluzzo, che si accorda con Margherita cedendole le castellanie di Caselle, Cirié e Lanzo. In realtà è Amedeo V a gestire le castellanie a nome della vedova, che si trasferisce nel castello di Cirié, non senza aver impegnato parte della sua argenteria, «vera signora di quel piccolo stato che tenne sino alla morte».

Essa fa presidiare e fortificare i tre castelli per prevenire i pericoli esterni che incombono sui suoi possedimenti. Le entrate provengono essenzialmente dai pedaggi, fra cui quello del ferro, dalle multe, ma anche dalle miniere.


Margherita e Usseglio

Le terre alte delle valli di Lanzo sono ricche, oltre che in ferro, in argento. Nel 1307 Margherita concede importanti privilegi e franchigie alle castellanie ed emana Statuti, la cui validità verrà confermata da Amedeo VI nel 1351; sempre del 1307 è il primo documento che menziona la chiesa Santa Maria di Usseglio, futura parrocchiale dell’Assunta, mentre è intorno a quell’anno che Tedisio, vescovo di Torino dal 1300 al 1319, inizia ad accampare diritti sulle valli di Lanzo. Nel 1333 la marchesa fa fondere una immagine in argento per la cappella del beato Ludovico a Marsiglia, utilizzando parte del prezioso metallo che le spetta dallo sfruttamento della miniera di Moacolio a Usseglio. Dai Conti della castellania di Lanzo risulta che tale immagine pesa oltre 2 chilogrammi e che la marchesa, indicata nel documento con il termine domina, ha diritto alla metà della decima parte del prodotto metallico, l’altra metà della decima spettando al visconte di Baratonia (il potere a Usseglio nel medioevo è molto frammentato).

Bibliografia essenziale
SOPETTO E. 1907. Margherita di Savoia marchesana di Monferrato dal 1295 al 1313. Miscellanea di storia italiana III s. XII: 235-315. Torino.
USSEGLIO L. 1887.
Lanzo. Studio storico. Torino.

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Scheda di Anna Gattiglia (Sezione di Archeologia mineraria e storia delle risorse economiche, anna.gattiglia@unito.it).