SPORTELLO LINGUISTICO FRANCOPROVENZALE DI USSEGLIO (2004-2013) (ENTI IN RETE L. 482/99)
a cura di Rosanna Moroni Re Fiorentin, Anna Gattiglia e Maurizio Rossi

LA LINGUA FRANCOPROVENZALE
La Legge nazionale n. 482 del 15 dicembre 1999, Norme in materia di tutela delle minoranze linguistiche storiche, dà attuazione all’articolo 6 della Costituzione della Repubblica ItalianaLa Repubblica tutela con apposite norme le minoranze linguistiche»). Sulla base di tali strumenti, il Comune di Usseglio ha istituito, con deliberazione della Giunta comunale n. 13 del 23 febbraio 2008, uno Sportello linguistico francoprovenzale, identificandolo con il Museo Civico Alpino. Tale sportello fa parte della rete degli sportelli linguistici della Provincia di Torino.
Il Museo ha una sezione di
Vita, cultura, lingua e tradizioni locali, che, collaborando con il
Servizio Programmazione e Gestione Beni e Attività Culturali della Provincia di Torino, svolge il compito di documentare e tutelare il patrimonio linguistico francoprovenzale di Usseglio, in quanto bene legato al territorio e alla sua storia.
Il francoprovenzale di Usseglio ha origine da uno dei tre gruppi del galloromanzo: oc a Sud, oïl a Nord e francoprovenzale a Sud-Est. Di quest'ultimo fanno parte le lingue di val Sangone, bassa valle di Susa, val Cenischia, valli di Lanzo, valli Orco e Soana, Valle d’Aosta, Savoie, Lyonnais, parti di Dauphiné e Valais, cantoni svizzeri di Fribourg e Neuchâtel.

I PRIMI TESTI SCRITTI IN FRANCOPROVENZALE
Tralasciando i testi archivistici, letti da poche persone, è interessante chiedersi quali siano i primi esempi di francoprovenzale scritto letti da un pubblico relativamente numeroso.
Per il Lyonnais vi sono
Les légendes en prose, del XII secolo (tredici vite di santi tradotte dal latino) e il testo giuridico La somme du code, del 1250-1280. Marguerite d’Oingt (morta nel 1310) è autrice di testi filosofico-religiosi, fra cui lo Speculum del 1285.
In Valle d’Aosta, prima ancora della traduzione della parabola
L’infan prodeggo (Il figliuol prodigo), pubblicata nel 1855 da Jean-Baptiste Cerlogne (1826-1910), si registra una divertente lettera datata 18 settembre 1849, scritta e pubblicata da Laurent Pléoz nel 1850 ne L’Almanach du Duché d’Aoste, in cui l’autore, fingendosi un certo Martin Songegai che si rivolge a un amico avvocato, applica la casistica grammaticale a un testo che vuole essere uno strumento didascalico di discussione linguistica. La lettera, «tirée des archives de l’imagination», è preceduta da una sintetica ma profonda analisi storica, grammaticale e fonetica del francoprovenzale di Aosta e dintorni.



A Usseglio, i primi testi scritti francoprovenzali sono le poesie di Michelangelo Perino Bert, edite tra 1946 e 1957. Singoli lemmi e singoli toponimi risalenti al XVII secolo sono però stati tramandati dal
Registro della Comunità, un documento catastale del 1672-1682 che, accanto a parole italiane, ne utilizza altre che alla normalizzazione italiana sono sfuggite.

LA POESIA FRANCOPROVENZALE A USSEGLIO
L’espressione in versi di sentimenti e realtà secondo una propria visione del mondo ha profonde radici in Usseglio, che già ispirava a Luigi Cibrario (1802-1870) la raccolta Raggi dell’anima (1861). La frazione Perinera ha dato i natali a Michelangelo Perino Bert (1900-1982), che con Stèile alpin-e celebra il paesaggio della sua infanzia, scrivendo in piemontese e in francoprovenzale. Fra i poeti d’oggi che si esprimono in francoprovenzale emergono Luisa Cibrario (Il fieno di san Pietro, Lou fèn ‘d san Pérou), la cui opera riflette la memoria dei luoghi e le usanze locali, e Mauro Giardino (Mai solo, Mai soul), che esprime intensamente il suo senso di appartenenza al territorio: entrambi gli autori, apprezzati in ambito extraregionale (Concorso Nazionale di Poesia del Comune di Livinallongo del Col di Lana), sono legati alla frazione Villaretto.

STORIA DEGLI STUDI
La denominazione «francoprovenzale» (1873) si deve al glottologo Graziadio Isaia Ascoli (1829-1907), al quale è anche dedicata una via di Torino. Negli anni 1911-1914 Benvenuto Aronne Terracini (1886-1968) ha pubblicato il primo studio sulla lingua di Usseglio, divenuto punto di riferimento per le ricerche successive. Fra gli studiosi che hanno contribuito a una definizione storica del francoprovenzale si ricordano Corrado Grassi e Tullio Telmon dell’Università di Torino. Quest’ultimo ha paragonato il francoprovenzale a una costellazione di parlate unificate dalla comune esperienza storico-culturale e da una sempre possibile reciproca comprensione, ottenibile con piccoli sforzi di adattamento.
L’interesse dell’argomento è sottolineato dalle tesi discusse in tale Università, fra cui
La parlata franco-provenzale di Viù, di S. Versino (1971), e Ricerche di toponomastica romanza sul catasto di Usseglio del 1607, di Claudia Giacomelli (1994), diretta da Giuliano Gasca Queirazza. Nel 2006 il Museo di Usseglio ha edito
Come parlano gli ussegliesi, rielaborazione della tesi di primo ciclo di Silvia Re Fiorentin, diretta nel 2005 da Tullio Telmon: l’opera esamina la percezione che gli ussegliesi hanno della loro lingua in rapporto a piemontese e italiano, mostrando che il francoprovenzale prevale come lingua di comunicazione «interna», mentre l’italiano (e non più il piemontese) è oggi utilizzato per comunicare con gli estranei alla comunità. Nel 2008, la stessa autrice, diretta ancora da Tullio Telmon, ha scritto la tesi di secondo ciclo La toponomastica del Comune di Usseglio, con analisi di 500 toponimi, in conformità alle linee guida dell’Atlante toponomastico del Piemonte montano, in fase di realizzazione presso l’Università di Torino.
Lo sportello linguistico del Museo di Usseglio si inserisce in questo contesto di studi come garante della documentazione e della conservazione della lingua locale, attuando interventi tramite le ricerche in archivio, la didattica, i percorsi espositivi, audiotesti e videotesti.

LE RICERCHE IN ARCHIVIO
All’interno del Museo, il recupero della lingua francoprovenzale e dei suoi significati, in un quadro di ricostruzione dell’identità storica locale, ha preso avvio con la trascrizione di alcuni documenti di archivio, finalizzata all’allestimento della mostra Storie di pietra, terra e acqua, Documenti dell’Archivio Storico del Comune di Usseglio (2007). Fulcro della mostra era il già ricordato Registro della Comunità del 1672-1682, da cui si sono ricavati toponimi e antroponimi legati alla descrizione e all’uso del territorio, analiticamente commentati nel catalogo della mostra. I toponimi rilevati dal Registro hanno antecedenti nei Consegnamenti del 1607, il documento catastale più antico di Usseglio, conservatosi solo parzialmente e utilizzato da Claudia Giacomelli nella sua tesi.

LA DIDATTICA
Il binomio didattica-francoprovenzale nasce su di un terreno localmente fertile.
La Scuola elementare di Usseglio ha infatti prestato particolare attenzione alla cultura e alla lingua locali, instillando negli scolari l’interesse e il senso d’importanza del recupero dei significati culturali della tradizione linguistica.
Il Museo in questo campo propone alle scuole e agli adulti tre
laboratori sulle antiche strutture produttive alpine (Filalalana, Farina del mio sacco, Una memoria di ferro), i cui percorsi, dall’osservazione alla sperimentazione, non perdono mai di vista gli aspetti linguistici legati all’economia tradizionale montana.
Fanno parte delle attività didattiche del Museo le rappresentazioni teatrali ispirate a episodi della storia locale, recitate dai ragazzi di Usseglio, prevalentemente in italiano ma talora in francoprovenzale, con intermezzi di danze e musiche tradizionali.

«L’ANELLO FORTE DI USSEGLIO»
FORUM STORICO SUL RUOLO DELLE DONNE NELLA COESIONE SOCIALE E FAMIGLIARE DI UN VILLAGGIO ALPINO
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L’idea di attuare una iniziativa specificamente rivolta a riconoscere il ruolo delle donne nella società e nella famiglia tradizionali di Usseglio è nata nella primavera del 2011 tra alcune donne, collaboratrici del Museo, molto legate alla frazione Villaretto, a seguito della constatazione che in passato le iniziative del Museo avevano messo al centro dell’attenzione figure maschili (per il Mulino Voulpòt, per le mostre sui pittori Ferro Milone e Sauli d’Igliano etc.), ma non femminili.

In particolare, queste donne hanno attirato l’attenzione su di una specifica figura femminile vissuta nel primo ottantennio del XX secolo, distintasi fra l’altro in compiti gravosi, di grande responsabilità o anche sgradevoli, quali l’assistenza alle partorienti o la ricomposizione delle salme.
La Direzione e il Comitato scientifico del Museo, in accordo con Silvia Marchisio (archivista paleografa e responsabile del Museo per la storia contemporanea) e con la Soprintendenza Archivistica per il Piemonte e la Valle di Aosta, hanno ritenuto che l’idea andasse senz’altro accolta, allargando il discorso a diverse altre figure femminili di Usseglio, che avessero lasciato una impronta formativa nella vita sociale del paese.
È quindi stato aperto un forum, al quale hanno aderito, oltre ai conservatori del Museo, diversi collaboratori esterni che già avevano prestato la loro collaborazione in occasione di analoghe iniziative, tra cui in particolare le mostre «
Storie di pietra, terra e acqua. Documenti dell’Archivio Storico del Comune di Usseglio» (2007) e «Pietra, legno e colore: scultura e intaglio a Usseglio» (2008).
Il titolo del forum intende riconoscere apertamente l’alto valore storico, sociale, etico e metodologico del celebre volume di Nuto Revelli (
L’anello forte. La donna: storie di vita contadina), edito a Torino da Einaudi nel 1985. Ciò non esclude altri riferimenti più recenti e locali, quali Una fatica da donne, di Marica Barbaro, Carla Parsani Motti e Maria Teresa Pocchiola Viter (2000), o Famiglia, matrimonio e condizione della donna in una comunità alpina, di Floriana Montani (2004), editi dalla Società Storica delle Valli di Lanzo.
I partecipanti al forum si sono così attivati nella ricerca e raccolta di documentazione sulle attività e sugli ambiti riservati alle donne nella società e nella famiglia tradizionali locali, con particolare riguardo agli aspetti più gravosi, difficili o poco gradevoli di cui queste erano portate dalla situazione a farsi carico. Non vi sono state preclusioni sul tipo di fonte: interviste, riflessioni, ritratti, documenti storico-archivistici e bibliografici, materiali fotografici, testimonianze artistiche e letterarie...
Tale documentazione permette oggi - giugno 2012 - di pubblicare una raccolta di saggi , ottavo volume della collana
Letture dal Museo Civico Alpino «Arnaldo Tazzetti», e di produrre un DVD, che mostra una intervista filmata corale in francoprovenzale (con sottotitoli in italiano) ad anziane donne di Usseglio di oggi, riunitesi per discorrere, dialogare e rispondere a domande su sé stesse e sulla vita delle donne di Usseglio di ieri.

I PERCORSI ESPOSITIVI
Il Museo cura la tradizione linguistica e toponomastica locale anche attraverso i propri apparati didascalici, inserendo ed evidenziando capillarmente la trascrizione di termini e nomi di luogo francoprovenzali nei pannelli e nelle targhette esplicativi esposti sia all’interno delle proprie sale, sia lungo l’itinerario esterno del
MVSEO DIFFVSO, un percorso didattico autoguidato che si snoda a partire dal complesso monumentale, in cui hanno sede il Museo e il giardino roccioso «Francesco Peyrolery», sino alla frazione Crot, passando per la frazione Villaretto.

AUDIOTESTI E VIDEOTESTI
Il recupero strutturale e la valorizzazione ambientale del Mulino dei Voulpòt in frazione Villaretto, realizzato nel 2007-2009, hanno comportato la registrazione della testimonianza orale di Franco Ferro Famil «Voulpòt», classe 1931, figlio dell’ultimo conduttore del mulino e protagonista di una intervista filmata in francoprovenzale che affronta i principali argomenti tecnici, economici e sociali concernenti il funzionamento dei mulini ad acqua tradizionali. Il filmato, sottotitolato in italiano, è periodicamente proposto ai visitatori del Museo nel corso di varie manifestazioni, fra cui le Settimane della cultura del Ministero per i Beni e le Attività Culturali.
Altre interviste, alla poetessa Luisa Cibrario e ad Anna Perino, cultrice delle tradizioni della frazione Perinera, sono state realizzate (2009) da Marta Balzarro, studentessa della Facoltà di Architettura di Torino, nel quadro di un seminario sull’immaginario popolare.

BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE
GATTIGLIA A., MARCHISIO S. (a cura) 2007. Storie di pietra, terra e acqua. Documenti dell’Archivio Storico del Comune di Usseglio. Usseglio.
GIACOMELLI MIORELLI C. [2001]. Nostou patouà. L. Longhi Borla, A. Reffieuna Roch (red.),
Usoei Uxellos Usseglio: 176-184. Rivoli.
RE FIORENTIN S. 2006.
Come parlano gli ussegliesi. Usseglio.
TERRACINI B.A. 1911-1913-1914. Il parlare d’Usseglio.
Archivio Glottologico Italiano XVII (II): 198-249; XVII (III): 289-360; XVIII (I): 105-186. Torino.
TUAILLON G. 2001. La littérature en francoprovençal avant 1700. Grenoble.

Testo di Rosanna Moroni (Sezione di Vita, cultura, lingua e tradizioni locali, rosanna.moroni@libero.it), Anna Gattiglia (Sezione di Archeologia mineraria e storia delle risorse economiche, anna.gattiglia@unito.it) e Maurizio Rossi (Sezione di Archeologia rupestre, studio@antropologiaalpina.it).

Manifestazione per il 150° Anniversario dell'Unità d'Italia

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Leggi Le lingue madri

Il volume di 166 pagione pubblicato nel 2011 dalla Provincia di Torino - Progetto Minoranze Linguistiche, a cura di Paola Vai, presenta le attività degli sportelli linguistici delle province di Torino e Imperia, della Comunità Montana Valle Susa e Val Sangone, dei Comuni di Usseglio, San Secondo di Pinerolo, Ceresole Reale e Prarostino.