La quarta fase edilizia è contraddistinta dall'erezione di due muri (S11 e S25), che costituiscono oggi i limiti Nord e Sud del vano S. Su di essi si imposta la volta a botte attuale. È in connessione con tali realizzazioni che una profonda depressione a gradini della roccia in posto, a pianta pressappoco circolare, è stata accuratamente svuotata del terreno che conteneva e adibita a fossa per l'impastamento della calce (S1), come indica lo strato di materiale plastico solidificato che la fodera. Quando la calce era ancora fresca, alcune piccole travi squadrate, facenti forse parte di una struttura temporanea, vi hanno lasciato delle impronte ancora oggi riconoscibili (S4).
Nella
quinta fase, la costruzione del vano S termina con l’erezione del muro S26, attuale limite Ovest del vano stesso. La successione muraria indica perciò che il vano a volta, come esso appare già almeno alla metà del XIX secolo e come lo si vede nel secolo seguente sino a oggi, non è sorto in un unico momento, ma è frutto di diversi interventi edilizi tra XIV e inizio del XVI secolo: non è per ora possibile stabilire se inizialmente esso fosse più lungo o almeno in parte aperto verso Ovest, né se i varii interventi si scaglionino per un periodo lungo o relativamente breve (come pare più verosimile).
Nella
sesta fase, con una colmata di materiale di riporto (S7) e con il dislocamento di alcuni conci della sommità del muro S3 che ancora affioravano dal terreno (S21), avviene il definitivo spianamento del suolo del vano S, che presentava in precedenza un andamento piuttosto irregolare.
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